Come Usare Threads - SOS Digital PRCome Usare Threads - SOS Digital PR

Threads, la nuova piattaforma lanciata da Meta, quasi uno spin-off di Instagram, è disponibile anche per gli utenti italiani. Questo nuovissimo spazio digitale si sta facendo strada nel panorama social, dividendo gli utenti in due distinte correnti: coloro che non mostrano interesse per l’ennesima aggiunta al mondo dei social network, e coloro che sono entusiasti di immergersi in questa fresca esperienza.

Dopo il suo lancio negli Stati Uniti e in altri paesi a luglio, Threads ha suscitato reazioni contrastanti. Molti hanno avuto una prima esperienza di disorientamento, generando momenti di ilarità tra gli utenti che avevano già familiarità con la piattaforma, avendo avuto accesso alla versione statunitense. Nonostante un inizio incerto, Threads in Italia ha iniziato a guadagnare terreno e a delineare il proprio spazio nel vasto universo dei social network.

Contrariamente a quanto potrebbe sembrare, Threads non ambisce a essere un clone di Twitter, il social network acquisito da Elon Musk. La strategia di Threads è chiara: differenziarsi, proponendosi come alternativa per quegli utenti alla ricerca di nuove esperienze e forse stanchi delle dinamiche attuali su altre piattaforme. Meta punta a ridefinire la connessione tra gli utenti con Threads, offrendo una piattaforma intuitiva e innovativa.

LE PRIME IMPRESSIONI SU THREADS

Per quanto molte funzioni siano simili, l’interesse degli utenti e delle aziende è stato destato non solo dal fattore novità: al momento Threads si sta rivelando, infatti, una piattaforma ideale per tutti coloro più portati al microblogging, che favorisce aggiornamenti molto immediati e soprattutto dalla portata più ampia rispetto al funzionamento degli algoritmi come quello di Instagram.

Tutti sono ancora all’oscuro delle meccaniche interne di Threads, tuttavia è davvero molto più facile interagire e partecipare in conversazioni pubbliche: queste non prevedono per forza la fruizione di un contenuto video o statico, ma si fondano proprio sullo scambio tra utenti che condividono momenti della giornata, riflessioni, opinioni, fino anche a porre domande “scomode” e aprirsi a pensieri estemporanei con una libertà che sembra esser stata perduta sulle altre piattaforme, che siano X o altre di Meta.

In molti, per questo motivo, apprezzano il fatto che ci sia una minor presenza, apparentemente, di influencer e aziende, potendo così usufruire di contenuti davvero autentici di persone comuni. Addirittura si sono scatenate discussioni proprio a questo riguardo, in una sorta di gatekeeping nel quale si voleva mantenere pura la piattaforma a tutti i costi, rifiutando la presenza di influencer e vip.

HA SENSO ORA FARE DIGITAL MARKETING SU THREADS?

Interessante reazione, che dovrebbe far riflettere molto su che tipo di contatti ricerchino le persone: relazioni vere, cioè senza filtri, cosa che talvolta può portare all’estremo certi comportamenti tossici. Ma in piattaforme come Threads questi vengono spesso messi a tacere molto velocemente, perché un altro fattore ricercato è una “pace” generale che non venga minata da ciò che viene percepito come negativo sulle altre piattaforme. Insomma Threads, per ora, vive come mondo parallelo a Instagram, dal quale si nutre per nickname, bio e follower dei suoi utenti.

In questo primo mese, le aziende e le agenzie di comunicazione potevano sperimentare un po’ e, in alcuni casi, provare a portare contenuti più volti al dialogo per testare l’interesse dei propri follower. L’ironia e la leggerezza sono sicuramente degli elementi chiave che hanno contraddistinto l’arrivo degli utenti italiani su Threads e questo ha fatto sì che tutti fossero molto propensi a volersi unire alle conversazioni.

Queste conversazioni possono essere molto mirate e focalizzate, continuando anche a lungo senza finire disperse tra altri contenuti, poiché la piattaforma ancora non è satura e c’è un desiderio generale di genuinità. Proprio il termine “threads” fornisce chiarimento su quanto possano svilupparsi: un argomento tira l’altro, si creano più “fili del discorso” e quindi si possono seguire tutti sotto un unico post, con menzioni e filtri applicati a contenuti indesiderati.

A proposito di questi, anche il feed è diviso in quello più generale, con raccomandazioni in base all’interesse dimostrato a contenuti precedenti, e quello dedicato agli account che già si seguono. Naturalmente i brand dovranno  puntare a una strategia adatta a entrambi per connettersi con i propri clienti e quelli potenziali in modo significativo e non banale.

All’estero vengono allora suggerite le prime strategie e idee, frutto dell’utilizzo anticipato di sei mesi:

  • offerte a tempo limitato
  • aumento delle interazioni tramite uso di contenuti visivi molto brevi da fruire (gif, foto, meme) per veicolare messaggi rapidi
  • indire contest e giveaway dando semplici regole da seguire
  • usare un proprio thread come contenuto per altri profili social (come in effetti veniva fatto già con Twitter)
  • sondaggi, anteprime e contenuti esclusivi del dietro le quinte

Tuttavia per l’Italia forse è ancora prematuro, poiché la sensazione generale è ancora quella di non saperne abbastanza su questa piattaforma per capire come implementarla efficacemente in un piano editoriale. Tant’è che alcuni social media manager hanno fatto battute proprio su questo dal profilo delle aziende stesse.

COSA FARE OGGI PER DOMANI SU THREADS

Forse tutto cambierà da Sanremo in poi: sicuramente il Festival della canzone italiana sarà catalizzatore di molte discussioni che andranno anche al di là della musica e chi era scontento di X, principalmente il pubblico Millennial, sfrutterà sicuramente Threads per connettersi con altri spettatori e commentare la gara. E i brand capiranno forse qualcosa in più sul funzionamento della piattaforma sulla base di come andrà questo primo grande test.

Quindi cosa fare con questa prospettiva? Come per X, anche su Threads si può praticare il newsjacking e certamente questo periodo sarà un ottimo banco di prova e di esercizio. Sarà importante mantenere coerenza nel tone of voice e dimostrare di essere sul pezzo, reattivi e soprattutto di saper ascoltare la voce di chi segue il brand in tempo reale, per captare bisogni, desideri, opinioni e capitalizzare poi in futuro su quanto appreso.

Attualmente è possibile usare un solo tag, ad esempio, quindi bisognerà essere estremamente selettivi nell’inserirsi in un determinato settore di discussioni; inoltre sono ancora ignote le opportunità dirette di monetizzazione ma prepararsi a questa possibilità è quantomeno lungimirante, nonostante l’utenza al momento desideri che questo nuovo social sia scevro di pubblicità.

Threads, per ora, ha ricevuto un riscontro tutto sommato positivo e nel suo utilizzo consapevole offre un’occasione per partire quasi a tabula rasa, con un nuovo approccio che dovrà entrare in sinergia con quanto si svolge su altri canali di comunicazione. Qualcosa che ormai X non sembrava offrire più molto all’utente medio e che è una sfida da raccogliere ora. Sarà interessante scoprire se ne prenderà il posto completamente, se avrà vita breve o se invece si evolverà in maniera del tutto unica.

Attenzione però: non tutte le aziende e non tutti i brand necessitano di ogni singola piattaforma per farsi notare. Anche nel caso di Threads è giusto riflettere se ci sia davvero la possibilità di creare un canale innovativo e questo dipende da una sola domanda: si ha davvero qualcosa da dire di diverso?