Bug, uso delle IA, protezione e assistenza all’utente rimangono per Instagram grandi problematiche che ancora molti utenti non percepiscono affrontate a dovere, ma almeno ora è possibile aggiungere la musica sul proprio profilo. Anche a dispetto del caos che si creò quando erano scaduti gli accordi tra Meta e SIAE qui in Italia e improvvisamente ogni contenuto di Instagram era senza musica.
Visualizzando il profilo di una persona, infatti, potremmo scoprire che questa ha scelto una canzone, di cui saranno ascoltabili 30 secondi. Rivoluzione? Assolutamente no.
MySpace ci aveva già pensato nei primi anni 2000: lanciata nel 2003, la piattaforma era la prima che permetteva caricare file MP3 direttamente sul proprio profilo, che poi venivano riprodotti interamente e in automatico. Anche la sottoscritta ricorda come, grazie a questa feature, si potessero scoprire nuove band e artisti emergenti e interagire con loro spinti dall’apprezzamento per la loro musica.
LA MUSICA PER CONQUISTARE I PIÙ GIOVANI
Gli obiettivi di Instagram sono principalmente due:
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Fare concorrenza a TikTok
il social di origine cinese nasceva come Musical.ly, dopo tutto, e ancora adesso continua a fare dell’audio uno dei suoi punti di forza. Molti giovani artisti riescono a farsi conoscere proprio grazie alla facilità con cui un contenuto può andar virale su TikTok, una potenza mediatica che naturalmente non possono e non vogliono sottovalutare.
Instagram vuole quindi posizionarsi come alternativa, introducendo una funzione che va a caratterizzare ancora di più il profilo dell’utente.
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Mantenere e far interagire le persone all’interno della app
Instagram stesso, dal suo profilo Creators, ha dichiarato che questa funzione servirà a far esprimere ancora di più gli utenti. D’altronde la Gen Z in primis, grande utilizzatrice di TikTok, si identifica e parla attraverso la musica che ascolta. I profili Instagram dei più giovani, però, sono usati in modo molto diverso: se su TikTok è possibile che abbiano diversi video e molti follower, spesso su Instagram entrambi sono presenti in numero più esiguo. Se si considera anche l’abitudine diffusa ad avere un profilo “pubblico” e almeno un altro ancora più minimal e privato, le possibilità di espressione aumentano e diminuiscono insieme.
I più giovani sono il pubblico che Instagram vuole ri-conquistare, ma è anche il più difficile per via del modo in cui vive i social. La musica rimane però sicuramente qualcosa attraverso cui amano comunicare e anche quei pochi contenuti pubblicati ne contengono di selezionata proprio in quanto espressione di un mood o un pensiero, a volte dal valore maggiore del video in sé, che spesso si riduce a un lip sync o a una raccolta di foto molto rapida e a tempo di musica.
Se il video è normalmente il formato prediletto dalla maggior parte degli utenti, spesso su Instagram sono soprattutto caroselli e foto statiche a dominare i profili dei ragazzi, quasi con l’intenzione di usarlo semplicemente come un album di ricordi virtuale con cui non si vuole né fare pubblicità né mettersi in mostra, ma solo offrire scorci della propria personalità, con uno stile molto vicino ai primi anni 2000.
Naturalmente da questo aggiornamento possono trarre un leggero vantaggio i musicisti e coloro che hanno a che con la musica: la breve traccia audio è come una sorta di anteprima di ciò su cui hanno lavorato e può servire specialmente a promuovere brani appena usciti o, perché no, a riportarli in auge proprio tra la nuova generazione (dopotutto, è successo più volte, uno dei casi più recenti ed eclatanti la canzone “Pedro” di Raffaella Carrà, remixata ad hoc ma adesso apprezzata e richiesta perfino dalla Generazione Alpha).
CONCLUSIONE
La musica, insomma, è unanimamente riconosciuta come linguaggio universale anche sui social media, lo è sempre stata ma ora è anche il terreno su cui queste piattaforme si sfidano per trattenere il più possibile le persone. Ormai è chiaro da tempo che l’originalità, genuinità e spontaneità sono le qualità che per un utente distinguono in modo netto chi desidera seguire e chi no, dunque perché non dare una colonna sonora alla nostra identità? E chissà che in futuro non vi siano ulteriori sviluppi, come ad esempio la possibilità di creare una playlist che definisca ancora di più chi siamo e come è fatta la community che si forma sul nostro profilo.
Alessia Trombini