Public and People Relations. Una P al quadrato.

Tanti si domandano come mai abbiamo inserito il simbolo dell’elevazione al quadrato sopra la P delle PR che compongono il titolo del mio libro Digital PR.

La risposta è contenuta nel sotto titolo: l’importanza delle Persone nelle relazioni Pubbliche digitali.

Sia ben chiaro, non mi sono inventato nulla, tutto nasce molti anni fa, in particolare nel 2008, quando Shannon Paul presenta a un incontro della PRSA una relazione dal titolo Putting the ‘P’ back in PR, confluita successivamente in un articolo omonimo sul suo blog.

Nella presentazione e nell’articolo, la Paul sottolinea l’importanza di integrare i nuovi digital media nelle strategie di comunicazione, in particolare, evidenzia come debba essere rimesso in gioco il pubblico nelle attività di PR, in quanto negli anni gli sono stati favoriti i media (giornalistici), auspicando così un coinvolgimento di altri media, come i blog, i cui redattori, i blogger, hanno un contatto più diretto proprio con il pubblico finale composti da clienti e utenti.

All’articolo fa eco David Mullen, con un suo post, il quale pur essendo d’accordo sui principi espressi dalla Paul afferma di voler alzare la posta, proponendo di sostituire la P di Public con la P di People.

L’autore è ben cosciente che quando ci si riferisce ai Pubblici si intendono gruppi di persone, ma giudica tale termine troppo freddo, e sostiene che, a fronte di un buon posizionamento delle attività di PR integrate con il coinvolgimento di nuovi pubblici influenti, in tale disciplina ci sarebbe comunque bisogno di cambiare mentalità, perché i veri interlocutori dovrebbero essere le persone.

Sono passati tanti anni da allora, e la strada che le PR hanno intrapreso con l’ausilio del digitale è più vicina alla visione di Shannon Paul, che a quella di David Mullen.

Le digital PR sono infatti permeate dai rapporti con nuovi soggetti influenti. Tali intermediari sono i blogger, i social influencer, gli ambassador, che allargano così la cerchia dei contatti da gestire ai classici giornalisti.

Ma se le digital PR sono queste, allora il mestiere del PR non è affatto cambiato e il suo paradigma rimane lo stesso: ha rapporti prevalenti con un pubblico di professionisti, ai quali rimanda la mediazione con il pubblico dei clienti, degli utenti finali.

Personalmente sono d’accordo con la visione di David Mullen, i digital PR possono fare di più e meglio: interloquire direttamente anche con i decisori degli acquisti, che altro non sono che persone, le quali vogliono essere connesse, si aspettano relazioni più dirette, conversazioni uno-a-uno, desiderano una personalizzazione dei servizi e dei prodotti, vogliono essere ascoltate e avere la possibilità di condividere i propri successi, sogni e timori.

In tal senso le relazioni pubbliche si devono basare su rapporti interpersonali fra azienda e cliente, su avvenimenti comuni e su di una dipendenza, conoscenza e influenza reciproca.

Questo è anche il cuore della differenza fra le relazioni pubbliche e la pubblicità: nelle prime ci si vende reciprocamente, nella seconda si vende unilateralmente.

Con le PR si tenta di far cambiare atteggiamenti, opinioni e comportamenti alle persone, mentre con la pubblicità si cerca semplicemente di influenzarne la decisione d’acquisto.
La finalità è la stessa, l’approccio è diverso.

Le People Relations devono essere dialogo, non monologo.twittalo


Certamente l’endorsement di terzi, come quello dei digital influencer, è importante, ma non deve essere l’unico modo, in quanto le aziende devono imparare a difendersi da sole, a essere credibili e umane, e solamente mettendo al centro il cliente possono farlo.

Per alcuni questa visione potrebbe non essere corretta, ci si potrebbe chiedere cosa hanno a che fare le relazioni pubbliche con la gestione del cliente, per quello ci sono i commerciali, l’assistenza ai clienti.

A mio giudizio, tale visione è restrittiva, dovuta ad una mancanza di percezione degli attuali avvenimenti che sono in corso, lì dove i digital media stanno cambiando la prospettiva di chi domina chi, della democratizzazione digitale che obbliga tutti a varcare un punto di non ritorno, cui il comunicatore non è esente.

Enzo Rimedio

Di Enzo Rimedio

Esperto in comunicazione digitale, giornalista, associato FERPI (Federazione Relazioni Pubbliche Italiana), PRSA (Public Relations Society of America), AISM (Associazione Italiana Sviluppo Marketing), SIAE (Società Italiana degli Autori ed Editori). Autore del libro “Digital PR”. Mi occupo di consulenza strategica e di innovazione, digital PR, digital marketing, media relations, media intelligence, web reputation, digital content. Racconto le mie esperienze nel blog SOS Digital PR. Sono responsabile della comunicazione digitale di Miss Italia e ricopro ruoli analoghi per diverse altre aziende. Ho fondato Digitalk PR, studio specializzato in digital communication, e sono partner di alcune agenzie di comunicazione e media intelligence. Insegno, e ho insegnato, in scuole di specializzazione e università. Sono personal consultant di blogger e social influencer. Negli ultimi anni ho presenziato in qualità di speaker ai seguenti eventi: Social Media Summit, Digital Innovation Days, IAB Forum, SMAU, Forum della Comunicazione, Deegito, Social Media Strategies, FERPI conference, Assemblea Annuale ANCI.